2. OROLOGI
di Livio Ferrari
Son trent’anni che lascio il tempo camminarmi di fianco aggiusto orologi e penso a te Sono venti, speranze e stagioni che mi scavano dentro a intermittenza come luci nell’albero di Natale Un altipiano della vita che intravedo nel vetro di un bicchiere e nella stanza dei rintocchi della pendola Ma non dimentico il suo sorriso e il silenzio anche da così lontano, sotto il cielo |
Come uscire dal cuore e andarsene sotto questo grande cielo aggrappandosi ad un ramo e pregare Dentro tanta irrealtà trovare una stella che dura nel tempo trascorso dalla paura Colori che nel tramonto rimbalzano sulla riva del mare e della mia fine notturna Una nostalgia senza suoni dentro la mia anima che salpa da una grande nave, da sola |