4.  INQUIETUDINI              
       
di Livio Ferrari

Sono pensieri incandescenti ed abbaglianti
quelli che mi portano al di là delle illusioni
la disperazione del resto non è veramente senza speranza

Le mie scorribande di dentro alla fine si consumano
tra ragioni e passioni, sigillate da emozioni e attese
le une e le altre come mille cose e mille segni

Oscillando vertiginosamente dalla tristezza alla gioia
dalla malinconia alla tenerezza, sino alla solitudine
ho incontrato la felicità sotto forma di un sorriso

Mi viene in soccorso poi lo svanire delle cose,
una foglia che si stacca dall’albero, dentro di noi,
al di fuori di qualsiasi appagamento esistenziale

L’inquietudine sembra calmarsi in apparente tranquillità
recuperata nelle ombre e nelle luci della memoria
discrezione e intuizione, alte e basse maree interiori
Le speranze, i bagliori e la mia memoria al di là del tempo
mi allontana in una altalena facile e spontanea
verso un punto che conosco e che mi viene restituito

Fisso questo punto alto del cielo in un silenzio immenso
mentre nelle orecchie sento come un mormorio di festa
una speranza umana, così fragile e inquieta, trepidante

Il mio destino diverso nei contenuti interiori ed esteriori,
grandezze e splendori calpestati e negati nella libertà,
aggredito e schiacciato, frantumato nell’assoluto coraggio

E’ di certo possibile non mi sia dato a conoscere un’unica via,
una zattera sola sulla quale imbarcarsi, inenarrabile,
un’idea che risplende in questo scenario inestinguibile